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sabato 9 aprile 2016

Il monolocale




“Io tutti i giorni compero il giornale non solo per il cinema e lo sport ma anche per cercar monolocale sia pure senza tutti i comfort” cominciava così quella famosa canzone di Lucio Battisti capofila in Una giornata uggiosa che fu il quinto album più venduto in Italia nel 1980, raggiungendo come picco nella classifica settimanale il primo posto ma, l'ultimo disco del cantante in collaborazione con Mogol. Studi di psicologia e salute hanno dimostrato quanto è importante dividere con precisione gli spazi, separare quelli adibiti al sonno da quelli per le attività giornaliere. 
Ma distinguere zona notte e zona giorno è spesso difficile per chi vive in piccoli monolocali. Bastano un divano, una tendina o la giusta disposizione e il gioco è fatto, con stile. Quando si tratta di ristrutturare o arredare una soluzione abitativa poco spaziosa, erroneamente, si crede di non avere un largo raggio d'azione. Così non è.
Quello che può risultare difficile quando si parla di ristrutturare o progettare un monolocale è riuscire a ritagliare uno spazio isolato per la cucina, uno spazio a sè stante che non vada ad invadere gli altri ambienti circostanti, e una corretta suddivisione degli spazi. In questa piccola dimora sono stati realizzati una piccola cucina ed un soggiorno. Le scelte più azzeccate vogliono l’utilizzo di colori tenui per le pareti allo scopo di far sembrare più grande l'ambiente. 
Optare per il bianco, il bianco sporco o le tonalità molto chiare del verde, dell'azzurro e del giallo. I colori scuri, come il blu o il rosso tendono a rimpicciolire gli spazi. E’ più efficace posizionare il letto direttamente contro un muro, in parallelo o in perpendicolare. Disporlo al centro della stanza occuperà troppo spazio e il monolocale sembrerà più piccolo. Meglio sistemare i mobili in modo da creare delle “sotto-stanze”. 
Sebbene il monolocale sia, per definizione, composto da una sola camera, puoi creare un'illusione di separazione disponendo strategicamente i pezzi di arredamento. Una casa dinamica che evolve in ogni momento della giornata. Uno spazio tutto da vivere anche quando è poco. L’abitare e il vivere contemporaneo oggi si coniugano così.

domenica 3 aprile 2016

Alf layla wa layla



Le mille e una notte è una celebre raccolta di novelle orientali, costituita a partire dal X secolo, di varia ambientazione storico-geografica. È incentrata sul re persiano Shahrīyār, che, essendo stato tradito da una delle sue mogli, uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Un giorno, Shahrazād, figlia maggiore del Gran Visir, decide di offrirsi volontariamente come sposa al sovrano, avendo escogitato un piano per placare l'ira dell'uomo contro il genere femminile. Così la bella e intelligente ragazza, per far cessare l'eccidio e non essere lei stessa uccisa, attua il suo piano con l'aiuto della sorella: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo.

Situata nel cuore delle Marche, sul colle che sovrasta l’antica cittadina di Tolentino, Villa Nena offre un panorama unico, dove lo sguardo si perde tra le dolci colline tipiche del paesaggio marchigiano, la Costa Adriatica da un lato ed i Monti Sibillini dall’altro.


Dopo una lunga ed attenta opera di restauro, condotta dall’attuale proprietario nel pieno rispetto dei materiali e della struttura originaria, la Villa è stata riportata al suo antico splendore di aristocratica residenza estiva dell’inizio dell’Ottocento, altra caratteristica unica di Villa Nena, oltre alla sua elegante struttura architettonica, è la presenza al suo interno di una piccola cappellina privata, oggi completamente restaurata.

Villa Nena, lussuosa dimora , è circondata da 6000 metri quadri di parco pianeggiante con piante secolari ed ampia piscina privata di nuova costruzione.

Disposta su 3 piani, con una superficie abitabile di 700 metri quadri. Il tutto all'interno di circa 95/100.000 metri di terreno con bosco secolare, ci sono circa 400 piante a grande fusto, dove si potrebbe organizzare percorsi di cromoterapia, troviamo anche una sorgente che in passato veniva usata dalle Terme di Santa Lucia. 
Dolcemente poggiata su di un eremo colle, un arco balconato veglia l'entrata. Varcata la soglia, vecchie travi in legno, a carena di nave in camere da letto lussuose e straordinarie, raccontano leggende e favole da mille una notte.  Gli arredi sono pochi, studiati. Le finiture di altissimo pregio. E' tutto un gico di contrasti quello che va in scena sui grandi pavimenti in cotto decorato, porta un pò di natura e molta eleganza.. Come il più prezioso dei lingotti, le poltrone color dell'oro quei contrasti li accende, riempiendo la stanza con luce e bagliori. 
Il salottino romantico. orginale e delicato, cela una polvere cipriata. E poi c'è il bianco dell pareti  che dipinge tutto di una doccia minimale. Questo involucro contemporaneo diventa culla di memorie, di vite, e di un  passato ch la materia sussurra timida. Legno e marmo. Affascinati attori sul palcoscenico di un teatro romantico. 
Al tramonto, col sole in fronte, diventa dorata. Il suo oro è la pietra locale , che la terra fornisce e la luce fa brillare di riflessi preziosi. Una bellezza sconveniente che non vuole il compito di apparire ma quello di scutare chi arriva al'orizzonte. 
Passati i guerrieri, placati gli animi di sposi sospettosi, arriva l'ora della riconversione: una novella Sherezade potrebbe raccontare le sue immagignifiche favole in un hotel termale e Spa? L'idea del welness ha accarezzato il proprietario che su questo sogno ha relaizzato e studiato un progetto che comprende anche la possibiltà di costruire un eliporto perchè, si sa, oggi il principe azzurro potrebbe arrivare dal cielo.

sabato 26 marzo 2016

La posa e le fughe





Con pavimento si intende generalmente una superficie piana, poggiata o spesso incollata ad un sottofondo. La tipologia di pavimento dipende dai requisiti richiesti nella sua vita utile, come l'estetica, la resistenza ai carichi, all'abrasione. I requisiti dei materiali impiegati devono possedere adeguata resistenza all'usura, adeguati canoni estetici, modularità e facilità di sostituzione in caso di piccoli danneggiamenti. Un'eccezione è costituita dal parquet o palchetto in legno, che non possiede rilevante resistenza ad usura meccanica, ma possiede ottime caratteristiche di isolamento termico e spesso notevole bellezza. Per garantire un adeguato adattamento agli assestamenti strutturali, che inevitabilmente condizionano la vita dell'edificio, le finiture sono posate con opportuni giunti, che svolgono il compito di ammortizzatori laterali, fra un elemento e l'altro. Le piastrelle o le lastre di pavimentazione vengono incollate ad uno strato di sottofondo, chiamato massetto, costituito da cemento e sabbia, che deve essere il più possibile piano, per evitare che le piastrelle, in seguito ai normali carichi di esercizio siano soggette a sollecitazioni mal sopportate da materiali fragili come la ceramica, che rischia di fessurarsi, richiedendo fastidiose riparazioni. 
Sostituire unapiastrella non è un'operazione particolarmente complessa, ma richiede tempo e possibilmente la mano di un operatore esperto nel settore. La piastrella rovinata dev'essere rotta, ma evitando di rovinare anche le piastrelle vicine, con conseguenti maggiori spese di tempo e denaro. Da non sottovalutare il fatto che non è facile trovare lo stesso tipo di piastrella, con stesso colore e tono, per cui molti utenti prudenzialmente si cautelano tenendo da parte delle scorte di materiale, da usare in caso di riparazioni. Il pavimento in cotto è arrivato fino a noi come il frutto di un’antica tradizione italiana che risale agli Etruschi, e raggiunge il meglio negli anni aurei del Rinascimento, com’è testimoniato dai pavimenti cinquecenteschi che ancora si conservano in tanti palazzi storici, come il palazzo Sacchetti a Roma in via Giulia. 
A quel tempo, per ottenere disegni decorativi dalla disposizione delle singole mattonelle, si sfruttava la diversità di colore tra laterizi scuri e laterizi chiari dovuta alla diversa quantità di materiali ferrosi all’interno delle argille di partenza. Il repertorio decorativo utilizzato in quel periodo partiva dalle classiche disposizioni del cotto a spina di pesce (documentate già nel Foro Romano) oppure a scacchiera e a disegni geometrici (realizzate in marmo durante il Tardo Impero e il periodo bizantino), per arrivare a quadrature più complesse di gusto tipicamente rinascimentale. Durante i decenni successivi prese piede il pavimento in ceramica, dal gres porcellanato al clinker, con notevole ricerca di nuovi aspetti materici. Negli anni '60 e '70 ci fu il momento della moquette, a cui pochi sfuggirono, mentre negli anni '80, più portati all’esibizionismo, ebbe successo il pavimento in legno con intarsi decorativi. Per le seconde case venne rivalutato il cotto, in particolare quello più costoso fatto a mano e di grandi dimensioni. Si scoprì che anche negli interni di gusto antiquario il cotto tirato a cera era meglio della moquette e che una scultura lignea o un mobile del '500 davano il massimo se stavano su pavimenti di cotto di recupero. Oggi a far concorrenza c’è anche il simil-cotto in ceramica, più facile da gestire, mentre le stuoie dello stile etnico si sposano meglio col vero cotto. L’orientamento attuale è quello di acquistare come seconda casa una costruzione rustica di origine contadina e foderarla di legno sopra (il soffitto) e di cotto sotto (il pavimento) continuando anche in giardino. Avendo citato poco sopra il pavimento a scacchi ci concediamo una piccola digressione esoterica.  Secondo i ricercatori dell’occulto, infatti, il
pavimento a scacchi ha storicamente rappresentato la Casa dei Misteri e le sue origini si possono far risalire all’antico Egitto e ai riti dionisiaci. Il pavimento a scacchiera bianco e nero, fù presente nei templi fin dai tempi dell’antico Egitto. Oggi è uno dei simboli più riconoscibili della Massoneria ed è il pavimento rituale di ogni loggia massonica. Il pavimento è l’area dove avvengono le iniziazioni e “simboleggia la vita umana, una scacchiera dove bene e male si combattono di continuo”. Il dualismo di questi opposti ci governa in tutto, e faremo in esso esperienza fino al momento in cui, avendo imparato e superato positivamente la lezione, saremo pronti per l’avanzamento in una condizione più elevata dove il dualismo perderà senso e gli opposti cesseranno di essere percepiti come tali, ma si sarà realizzata in essi l’idea di unità.. Questa condizione viene rappresentata dal bordo frastagliato o tassellato che costeggia la pavimentazione a mosaico, come se la Presenza Divina e la Provvidenza circondassero e abbracciassero il nostro organismo temporale nel quale sono presenti gli opposti. Inoltre, il pavimento a scacchi è rappresentativo della terra, del mondo materiale ed è contrasto dal soffitto, che è rappresentativo del cielo e della sfera spirituale.

http://www.lidimare.com/ville-lidi-mare/vendita-casa-indipendente-ristrutturata-lidi-comacchio_786c8.html