Con pavimento si intende
generalmente una superficie piana, poggiata o spesso incollata ad un
sottofondo. La tipologia di pavimento dipende dai requisiti richiesti nella sua
vita utile, come l'estetica, la resistenza ai carichi, all'abrasione. I
requisiti dei materiali impiegati devono possedere adeguata resistenza
all'usura, adeguati canoni estetici, modularità e facilità di sostituzione in
caso di piccoli danneggiamenti. Un'eccezione è costituita dal parquet o
palchetto in legno, che non possiede rilevante resistenza ad usura meccanica,
ma possiede ottime caratteristiche di isolamento termico e spesso notevole
bellezza. Per garantire un adeguato adattamento agli assestamenti strutturali,
che inevitabilmente condizionano la vita dell'edificio, le finiture sono posate
con opportuni giunti, che svolgono il compito di ammortizzatori laterali, fra
un elemento e l'altro. Le piastrelle o le lastre di pavimentazione vengono
incollate ad uno strato di sottofondo, chiamato massetto, costituito da cemento
e sabbia, che deve essere il più possibile piano, per evitare che le
piastrelle, in seguito ai normali carichi di esercizio siano soggette a
sollecitazioni mal sopportate da materiali fragili come la ceramica, che
rischia di fessurarsi, richiedendo fastidiose riparazioni.
Sostituire unapiastrella non è un'operazione particolarmente complessa, ma richiede tempo e
possibilmente la mano di un operatore esperto nel settore. La piastrella
rovinata dev'essere rotta, ma evitando di rovinare anche le piastrelle vicine,
con conseguenti maggiori spese di tempo e denaro. Da non sottovalutare il fatto
che non è facile trovare lo stesso tipo di piastrella, con stesso colore e
tono, per cui molti utenti prudenzialmente si cautelano tenendo da parte delle
scorte di materiale, da usare in caso di riparazioni. Il pavimento in cotto è
arrivato fino a noi come il frutto di un’antica tradizione italiana che risale
agli Etruschi, e raggiunge il meglio negli anni aurei del Rinascimento, com’è
testimoniato dai pavimenti cinquecenteschi che ancora si conservano in tanti
palazzi storici, come il palazzo Sacchetti a Roma in via Giulia.
A quel tempo,
per ottenere disegni decorativi dalla disposizione delle singole mattonelle, si
sfruttava la diversità di colore tra laterizi scuri e laterizi chiari dovuta
alla diversa quantità di materiali ferrosi all’interno delle argille di
partenza. Il repertorio decorativo utilizzato in quel periodo partiva dalle
classiche disposizioni del cotto a spina di pesce (documentate già nel Foro
Romano) oppure a scacchiera e a disegni geometrici (realizzate in marmo durante
il Tardo Impero e il periodo bizantino), per arrivare a quadrature più
complesse di gusto tipicamente rinascimentale. Durante i decenni successivi
prese piede il pavimento in ceramica, dal gres porcellanato al clinker, con
notevole ricerca di nuovi aspetti materici. Negli anni '60 e '70 ci fu il
momento della moquette, a cui pochi sfuggirono, mentre negli anni '80, più
portati all’esibizionismo, ebbe successo il pavimento in legno con intarsi
decorativi. Per le seconde case venne rivalutato il cotto, in particolare
quello più costoso fatto a mano e di grandi dimensioni. Si scoprì che anche
negli interni di gusto antiquario il cotto tirato a cera era meglio della
moquette e che una scultura lignea o un mobile del '500 davano il massimo se
stavano su pavimenti di cotto di recupero. Oggi a far concorrenza c’è anche il simil-cotto
in ceramica, più facile da gestire, mentre le stuoie dello stile etnico si
sposano meglio col vero cotto. L’orientamento attuale è quello di acquistare
come seconda casa una costruzione rustica di origine contadina e foderarla di
legno sopra (il soffitto) e di cotto sotto (il pavimento) continuando anche in
giardino. Avendo citato poco sopra il pavimento a scacchi ci concediamo una
piccola digressione esoterica. Secondo i
ricercatori dell’occulto, infatti, il
pavimento a scacchi ha storicamente
rappresentato la Casa dei Misteri e le sue origini si possono far risalire
all’antico Egitto e ai riti dionisiaci. Il pavimento a scacchiera bianco e
nero, fù presente nei templi fin dai tempi dell’antico Egitto. Oggi è uno dei
simboli più riconoscibili della Massoneria ed è il pavimento rituale di ogni
loggia massonica. Il pavimento è l’area dove avvengono le iniziazioni e
“simboleggia la vita umana, una scacchiera dove bene e male si combattono di
continuo”. Il dualismo di questi opposti ci governa in tutto, e faremo in esso
esperienza fino al momento in cui, avendo imparato e superato positivamente la
lezione, saremo pronti per l’avanzamento in una condizione più elevata dove il
dualismo perderà senso e gli opposti cesseranno di essere percepiti come tali,
ma si sarà realizzata in essi l’idea di unità.. Questa condizione viene
rappresentata dal bordo frastagliato o tassellato che costeggia la
pavimentazione a mosaico, come se la Presenza Divina e la Provvidenza
circondassero e abbracciassero il nostro organismo temporale nel quale sono
presenti gli opposti. Inoltre, il pavimento a scacchi è rappresentativo della
terra, del mondo materiale ed è contrasto dal soffitto, che è rappresentativo
del cielo e della sfera spirituale.